PRODOTTI CHIMICI PER PISCINE

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Cloro liquido o cloro in polvere in piscina?

Un dubbio che spesso affligge i proprietari di piscine, anche i più esperti, è la scelta tra il cloro liquido e quello in polvere. Qual è il migliore? Ci sono differenze o sono prodotti equivalenti? Possono essere utilizzati insieme? Per rispondere a queste domande è bene conoscere le proprietà di tali sostanze e capire in che modo vanno utilizzate. Andiamo quindi a scoprirle insieme.

Cos’è il cloro e come funziona

Il cloro mantiene pulita la piscina abbattendo i microorganismi dannosi come batteri e virus distruggendoli, purificando così l’acqua rendendola sicura e disinfettata. Bisogna considerare però che non basta aggiungere cloro di tanto in tanto, è necessario mantenere una certa costanza nel dosare il prodotto con regolarità in modo da mantenere sempre attiva la sua azione. È necessario prendersi cura dell’acqua della propria piscina dal momento che l’efficacia del cloro col tempo svanisce e va quindi dosato nuovamente per mantenere i giusti livelli di cloro e avere sempre una piscina sana. Prima di procedere è bene sapere che l’uso della parola “cloro” ormai viene utilizzato in maniera impropria; infatti, ad oggi è comunemente utilizzata per definire la sostanza chimica che viene utilizzata per disinfettare le piscine. Il vero cloro però si presenta in forma gassosa, perciò quello che viene usato per sanificare l’acqua della piscina è il prodotto di un mix di sostanze chimiche che lo rendono solido o liquido.

Cosa sono le clorammine?

Nuotando in piscina rilasciamo molte sostanze che si disperdono in acqua: creme solari, sudore, oli per il corpo e altri prodotti che usiamo per proteggere la pelle durante la bella stagione; tali sostanze entrando in contatto con il cloro fanno sì che vengano rilasciate le cosiddette clorammine, ovvero composti chimici che rilasciano quel caratteristico odore di cloro che a volte si sente in piscina. L’odore di cloro, però, non è un buon segno in quanto una piscina sana non emette alcun odore fastidioso. Quando ciò accade vuol dire che l’acqua della piscina necessita, anche se può sembrare un controsenso, di una superclorazione (trattamento shock) per ridurre il livello delle clorammine responsabili del cattivo odore. Successivamente si dovrà abbattere il quantitativo di cloro in eccesso con un apposito prodotto declorante. Questa operazione è però sconsigliata per i privati che troveranno più semplice ed economico rimuovere in parte o totalmente l’acqua della piscina; contrariamente alle piscine pubbliche che devono effettuare l’operazione di superclorazione e ritornare al livello di clorazione massimo ammesso dalla legislazione nel breve volgere dell’orario di chiusura al pubblico.

Quali sono gli effetti del sole sull’acqua della piscina?

La luce solare ha una forte influenza sull’azione del cloro. Infatti, i raggi UV possono diminuire la concentrazione di cloro nell’acqua di quasi il 90% in sole due ore. Questo vuol dire che in una calda giornata estiva il cloro evapora molto rapidamente e questo può portare ad un sovradosaggio di prodotto. Per evitare sprechi e aggiungere prodotto costantemente è bene usare uno stabilizzatore che protegge il cloro dai raggi UV.

CLORO LIQUIDO E CLORO IN POLVERE: quali sono le differenze?

Il cloro liquido e quello in polvere (detto anche granulare) hanno lo stesso principio attivo in grado di igienizzare l’acqua della piscina, ciò che cambia è la concentrazione e il modo in cui vengono usati. Ma cerchiamo di andare nel dettaglio e comprendere a pieno le differenze.

Cloro liquido

Il cloro liquido (o ipoclorito di sodio) è composto da cloro, acqua e sale. Si tratta di una forma di cloro molto concentrata che viene prodotta attraverso un processo di compressione del cloro in forma gassosa insieme alla soda caustica. Il cloro liquido tende ad avere un pH molto alto, intorno a 13. Sebbene il cloro liquido venga usato anche da molti proprietari di piscine private, è fortemente consigliato per coloro che gestiscono piscine pubbliche di grandi dimensioni in cui vi sono molti nuotatori, questo perché può essere aggiunto in grandi quantità dal momento che il continuo afflusso di persone richiede una disinfezione impeccabile. Ciò non significa che chi possiede piscine di ridotte dimensioni non possa usufruirne; infatti, chi ne fa un grande uso avrà bisogno di effettuare una clorazione attenta e regolare. Prima di utilizzare il cloro liquido è opportuno sapere che, come tutti i prodotti chimici, presenta dei rischi. Come è già stato accennato il cloro liquido ha un pH piuttosto alto, per ovviare a questo problema bisogna aggiungere in acqua un acido, in modo da contrastare il pH elevato. Se utilizzato incorrettamente l’acido riduttore di pH potrebbe abbassare i livelli del pH rendendo l’acqua della piscina troppo acida rischiando che le pareti della piscina possano essere danneggiate e corrose oltre a non essere salutare per i bagnanti. È opportuno specificare che il cloro liquido non è stabilizzato, e questo significa che ha bisogno di un prodotto stabilizzante affinché i raggi solari non annullino l’effetto del cloro. Oltretutto il cloro liquido non si conserva molto a lungo e già dopo sei mesi dall’apertura perde metà delle sue proprietà. Per rimediare a tale limite cercando di conservare il prodotto in un luogo asciutto e fresco così da preservarne l’efficacia. Nonostante questo, il cloro liquido, oltre ad essere indispensabile per il dosaggio con centraline automatiche è una soluzione molto valida ed economica rispetto al cloro in compresse, perfetto quindi per chi vuole risparmiare senza privarsi della qualità.

Le due facce del cloro solido

Il cloro in polvere (detto anche granulare) è quello più utilizzato negli ambienti domestici, questo perché ha un pH molto più basso rispetto al cloro liquido, è più facile da dosare e a parità di capacità disinfettante occupa uno spazio di immagazzinamento decisamente inferiore. Il cloro in polvere si dissolve rapidamente, ma bisogna stare attenti che i granuli non vengano a contatto con i rivestimenti nelle vasche in PVC perché altrimenti potrebbero causare lo scolorimento del PVC stesso. Il cloro in granuli si presenta in diverse forme: -Dicloro -Ipoclorito di calcio

Uno dei vantaggi del cloro in polvere è la semplicità con cui può essere dosato. Basta prendere la quantità di polvere necessaria e farla dissolvere negli skimmer, oppure farla sciogliere in precedenza in un secchio d’acqua tiepida e versarlo poi in piscina. Inoltre, a differenza del cloro liquido, quello in granuli può essere conservato per lungo tempo, ciò che conta è avere cura di riporlo in un luogo fresco e ombreggiato. È importante prestare attenzione, a mezzo degli appositi test, ai livelli di acido cianurico presente in acqua, questo perché le pastiglie sciogliendosi rilasciano anche questa sostanza. Per quanto l’acido cianurico sia fondamentale per la protezione dai raggi UV è altrettanto vero che un’elevata presenza di questo acido nell’acqua annulla l’effetto disinfettante del cloro. Il dicloro ha la particolarità di non avere un pH alto, questo significa che può essere dosato riducendo molto l’uso dell’acido. Si dissolve molto rapidamente e lascia l’acqua limpida eliminando ogni opacità. L’ipoclorito di calcio rappresenta una soluzione leggermente più costosa, ma ugualmente valida, per prendersi cura dell’acqua della propria piscina. Allo stesso modo dell’ipoclorito di litio, non usato in Italia, ha un pH molto alto ovvero di 12, perciò richiede l’uso dell’acido in abbondanza.

Cloro in pastiglie - Tricloro

Il tricloro è un composto chimico a base di cloro pensato per la disinfezione della piascna. Si tratta quindi di un prodotto molto valido per sconfiggere i batteri e prevenire le alghe, aiutando a mantenere l’acqua limpida e pulita. Esistono vari formati di compresse, da 500g e da 200g così da potersi adattare alle diverse dimensioni delle piscine. Generalmente si utilizzano compresse da 500g, ma per piscine più piccole o vasche idromassaggio è più indicato usare le pastiglie da 200g. Il tricloro viene venduto sotto forma di compresse e pastiglie facilmente solubili in acqua. Queste pastiglie hanno il vantaggio di non produrre minerali insolubili e questo vuol dire che l’uso di tricloro non produrrà calcare o altre formazioni indesiderate sulle pareti della piscina. Oltre ad essere utilizzato per il controllo delle alghe viene anche adoperato per ridurre la produzione delle clorammine. Il tricloro, infatti, produce cloro libero che aiuta a prevenire le alghe e l’intorbidimento dell’acqua, oltre a ciò, il cloro libero prodotto aiuta a mantenere i giusti livelli di cloro in acqua (intorno ai 2 ppm) diminuendo la formazione delle clorammine che producono forte odore di cloro.

Quando usare il cloro in pastiglie - Tricloro?

Cominciamo col dire che il tricloro presenta una moltitudine di vantaggi. Tra i più rilevanti vi è sicuramente la facilità con cui il tricloro può essere maneggiato e dosato, inoltre grazie alla sua concentrazione se ne può utilizzare meno in proporzione alle altre soluzioni a base di cloro, risparmiando così grandi dosi di prodotto. In più le pastiglie pre-porzionate fanno risparmiare molto tempo per quello che riguarda la misurazione del prodotto. Il tricloro ha anche una lunga durata se si parla di conservazione, in questo modo è possibile fare scorte per la bella stagione senza doversi preoccupare che il prodotto perda la sua efficacia nel tempo. Oltretutto è una soluzione conveniente e agilmente reperibile. Il tricloro è quindi un’ottima soluzione per tutti coloro che hanno poco tempo da dedicare alla pulizia della piscina o che sono alle prime armi con l’utilizzo di prodotti chimici. Le pastiglie possono essere disciolte posizionandole nel cestello degli skimmer o nella vasca di compenso per le piscine a bordo sfioratore, questo le rende molto facili da dosare. Un altro pratico modo per far sì che il prodotto venga rilasciato gradualmente è l’utilizzo di un dispenser galleggiante o di un dosatore a lambimento all’interno dei quali si inseriscono le pastiglie. Per sapere di quante pastiglie necessita la propria piscina prima del trattamento abituale, è importante conoscere quanta acqua contiene la vasca. In media una piscina residenziale richiede 1 o 3 pastiglie alla settimana, ma come già accennato le quantità possono variare in base alla portata, ed anche all’utilizzo, della piscina. Ma il tricloro va usato sempre? La risposta è no, ci sono casi in cui non va utilizzato ed è bene sapere quali sono. Ad esempio, se la vostra piscina presenta già un pH molto basso l’acido rilasciato dal tricloro non farà altro che aumentare l’acidità dell’acqua e questo diminuirà sempre di più l’efficacia del cloro. Oltre a questo, un’acqua molto acida rischia di macchiare il telo, scolorirlo e danneggiarlo. Infine, è fondamentale sapere che il tricloro non è consigliato per eseguire una clorazione shock, per un’operazione del genere è necessario affidarsi al cloro in polvere che ha un’azione più efficacie. Si dovrà usare sempre il cloro in polvere anche per aggiustare, una volta effettuato il test di controllo, eventuali carenze del clorante in vasca.

Valutazioni finali

Tutti i tipi di cloro finora descritti rappresentano una valida scelta per prendersi cura dell’acqua della propria piscina; tuttavia, è importante fare delle valutazioni per capire quale sia il più adatto. Nella scelta del cloro da utilizzare all’interno della piscina è fondamentale prendere in considerazione: La tipologia. Una piscina pubblica ha bisogno di un dosaggio massivo e continuo, mentre una piscina privata non necessita di grandi quantità di prodotto; Le dimensioni. Se vogliamo curare una piscina piccola o una spa è meglio optare per il cloro in granuli, più facile da dosare; L’uso che ne viene fatto. Se la piscina è di piccole dimensioni ma viene usata quotidianamente e da molte persone, allora si potrebbe scegliere di utilizzare del cloro liquido per una disinfezione più adeguata, grazie anche alla sua compatibilità con le centraline di dosaggio automatiche. Ovviamente il budget di cui si dispone e l’esperienza nel campo delle piscine giocano sempre un ruolo fondamentale, ma se vogliamo fare una scelta attenta e ponderata (soprattutto per chi è alle prime armi) è bene tenere a mente questi tre fattori.

TRATTAMENTO DELLA PISCINA: COSA FARE UNA VOLTA DOSATO IL CLORO?

Come abbiamo potuto osservare fin ora un corretto dosaggio del cloro è fondamentale per la salute della piscina, ma è altrettanto importante prendersi cura dell’acqua eseguendo trattamenti periodici per poterla mantenere sempre limpida e pronta per i nostri tuffi e per quelli di amici e parenti. Vediamo quindi quali possono essere le cause di un’acqua opaca e con impurità.

Perché l’acqua è torbida?

Talvolta può capitare che l’acqua della piscina appaia opaca e torbida, da cosa può essere dato? Se prestiamo attenzione possiamo notare che spesso questo capita dopo aver invitato molti amici ad una festa in piscina, oppure dopo una brutta giornata di pioggia. Tutti questi fattori possono stressare l’acqua della piscina causandone un’apparenza impura, questo perché vengono rilasciati in vasca tutti i residui di creme solari, oli, pollini, sabbia, foglie e tanto altro che può alterare l’aspetto dell’acqua. La torbidità dell'acqua è causata quindi principalmente dall'introduzione di particelle invisibili ad occhio nudo che rimangono in sospensione. Possono esserci diversi motivi per cui l’acqua della piscina può risultare torbida, vediamone insieme alcuni.

Filtraggio

Il filtro è il cuore pulsante della piscina, che non smette mai di lavorare per mantenerla in salute. Ma cosa succede se trascuriamo il filtro e non effettuiamo i dovuti lavaggi? Diventerà torbida e non sarà più un piacere nuotarci dentro. Per far sì che il filtro svolga al meglio il suo lavoro è opportuno farlo funzionare un certo numero di ore al giorno (almeno 8 ore, quelle più calde) in modo che ogni impurità venga eliminata come si deve.

Problemi chimici

Senza il corretto dosaggio di prodotti chimici la piscina si trasformerà presto in uno stagno infestato da alghe e batteri. Purtroppo, non basta avere un filtro perfettamente funzionante se poi i prodotti non vengono utilizzati nel modo corretto. L’equilibrio chimico della piscina è cruciale se si vuole mantenere un’acqua cristallina. Un livello di pH adeguato si aggira intorno a 7,2 o 7,4; se ad esempio il pH si alzasse fino a 8 l’acqua della piscina sarebbe saturata da minerali che non sono stati in grado di sciogliersi adeguatamente causando probabili incrostazioni. Oltre al pH è bene tenere sotto controllo anche l’alcalinità totale e la durezza dell’acqua che aiutano a preservare il giusto livello di minerali necessari per avere un’acqua chiara e pulita. Se entrambi questi valori si alzano i composti del calcio diventeranno insolubili, creando torbidità dell'acqua e incrostazioni sulle superfici della piscina. Per evitare che tutto ciò accada è necessario munirsi di test per la misurazione dei livelli chimici dell’acqua mantenendola protetta e sicura per amici e familiari.
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